ATTUALITA'
Anoressia. Oggi un disagio Che colpisce quasi Tutte le Adolescenti. Ma Cosa SI cela Sotto Quel fisico denutrito?
A cura di Civita Di Tucci
Stavo Aspettando di Entrate nella sezione Un VESTITO TAGLIA 38 per Poter entrare FORSE, ANCHE vita Nella SUA. Anoressia. Oggi ONU disagio Che colpisce quasi Tutte le Adolescenti. Ma Cosa SI cela Sotto Quel fisico denutrito? Solo Quali i tormenti Che perseguitano le menti di queste ragazze / ragazzi..intente / i ad autodistruggersi? Ti racconterò Una storia. Una storia Che ho vissuto in prima persona, il Che ti potra also lontano Capire solista minimi altera parte, la triste Realtà Che Vede OGNI Giorno ragazze Che nonostante la Loro Figura esile Hanno abbracciato la morte per Quel Kg ritenuto "di troppo".
Lei SI Chiama Anastasia. E 'Semper Una ragazza allegra e Stata Una grande mangiatrice di schifezze. Non Si e mai preoccupata del Proprio fisico. AVEVA la pancia piatta e QUESTO le bastava. Non SI preoccupava del Suo Aspetto estetico e il Suo pensiero era principale quello di Uscire con Gli Amici e cantare. Con il tempo però, citare in giudizio le Cambiano Prioritario. Smette di tariffa Attività Fisica per potersi pagare le Lezioni di musica e Così facendo inizia a Mangiare di meno, per EVITARE dei Kg. di Troppo. Ma nonostante QUESTO, la SUA vita continua ad Essere Quella di prima, inizia le Superiori, stringe Nuove amicizie E Tutto sembra Andare per il meglio.
Con Gli anni però, Anastasia inizia a mostrare ONU rilevante disprezzo per il Proprio Corpo.
Viene lasciata Dal Proprio Ragazzo il Quale era magro venire ONU chiodo e QUESTO suscita in lei ONU disagio .. che con il tempo SI dilaterà. DOPO immobiliare ONU Intera Anastasia Arriva un Pesare da 56kg a 46kg. E 'ONU change di cui va fiera e vorrebbe smettere Perchè ha raggiunto il Suo Obiettivo .. ma ormai la Malattia l'ha risucchiata Nel Suo ciclo di insoddisfazione. Inizia ad Avere PROBLEMI una scuola, colomba SI Sente invisibile e in classe colomba La migliore della classe la sminuisce annuncio OGNI SUA Azione. Si vedeva disperata. La SUA compagna di classe poi il Che pesava 40kg le Dava la paranoia. Venite a sé Tutte Quelle Che ero Secondo la SUA mente "meglio di lei" erano Più Magre. Decise quindi di EVITARE di Mangiare. Almeno poteva Avere Qualcosa in piu annuncio More, la Capacità di non Mangiare, la possibilita di Essere magra. Quella era l'unica Cosa Che non potevano levarle! Il Mangiare non la faceva Diventare violenta e Le Crisi Forti depressivi la fecero Arrivare ad atteggiamenti di autolesionismo verso il Suo Corpo. Si sentiva il nulla Totale. A casa i genitori avevano capito Qualcosa del Suo malessere ma non reagivano, non la aiutavano. Le citare in giudizio amiche bhè .. C'ERANO e non C'ERANO. Alla fine, Tutti Sono buoni a dire belle parole, ma QUANDO Giaci a terra sanguinante, chi ha il coraggio di prenderti per mano e dirti: Ora ricucirò Tutte le Tue Ferite? Chi si prenderebbe this Responsabilità o QUESTO Disturbo?
E Così passavano i Giorni, non mangiando SI sentiva Potente, venire se riuscisse Finalmente una tariffa Qualcosa di concreto per se stessa. Si reggeva APPENA. Era Uno Spirito Che vagava Senza meta.
Era venuto Castigo delle Nazioni Unite. La SUA Mente la puniva. "Tu non sei brava venire lei, tu sei bella non venire lei, non Mangiare."
Un giorno però, Anastasia riprese in mano la SUA vita. Non poteva lasciare la vita. Non poteva abbandonare i Suoi sogni. Lei SI riprese. E io Lancio ONU annuncio a Tutte Quelle Che di notte vomitano Tutte le calorie Che Hanno ingerito. Tutte Coloro Che SI Tagliano le gambe. Tutte Coloro Che Contano i biscotti La Mattina. Tutte Coloro Che non mangiano in Compagnia. Ragazze, prendete Tutti i sogni Che AVETE e metteteli Sulla bilancia del Vostro cuore. Vinceranno Loro. Ci Sono modi e modi per rimanere in forma, also mangiando.
La mia rabbia va alla Società. Colomba ci Hanno compresso Nella Mente Che se non sei magra non sei niente. Colomba CI vendono Pantaloni CHE non andrebbero neanche ad UNA Bambina Di 10 Anni. Colomba ci Sono modelle Che muoiono sui Palchi! Colomba le foto le Fanno da solo alle Magre. Colomba al mare possono Andare da solo le magre!
Io sono Civita e lotto Ancora "-. Nefilim-Tita
A cura di Civita Di Tucci
Stavo Aspettando di Entrate nella sezione Un VESTITO TAGLIA 38 per Poter entrare FORSE, ANCHE vita Nella SUA. Anoressia. Oggi ONU disagio Che colpisce quasi Tutte le Adolescenti. Ma Cosa SI cela Sotto Quel fisico denutrito? Solo Quali i tormenti Che perseguitano le menti di queste ragazze / ragazzi..intente / i ad autodistruggersi? Ti racconterò Una storia. Una storia Che ho vissuto in prima persona, il Che ti potra also lontano Capire solista minimi altera parte, la triste Realtà Che Vede OGNI Giorno ragazze Che nonostante la Loro Figura esile Hanno abbracciato la morte per Quel Kg ritenuto "di troppo".
Lei SI Chiama Anastasia. E 'Semper Una ragazza allegra e Stata Una grande mangiatrice di schifezze. Non Si e mai preoccupata del Proprio fisico. AVEVA la pancia piatta e QUESTO le bastava. Non SI preoccupava del Suo Aspetto estetico e il Suo pensiero era principale quello di Uscire con Gli Amici e cantare. Con il tempo però, citare in giudizio le Cambiano Prioritario. Smette di tariffa Attività Fisica per potersi pagare le Lezioni di musica e Così facendo inizia a Mangiare di meno, per EVITARE dei Kg. di Troppo. Ma nonostante QUESTO, la SUA vita continua ad Essere Quella di prima, inizia le Superiori, stringe Nuove amicizie E Tutto sembra Andare per il meglio.
Con Gli anni però, Anastasia inizia a mostrare ONU rilevante disprezzo per il Proprio Corpo.
Viene lasciata Dal Proprio Ragazzo il Quale era magro venire ONU chiodo e QUESTO suscita in lei ONU disagio .. che con il tempo SI dilaterà. DOPO immobiliare ONU Intera Anastasia Arriva un Pesare da 56kg a 46kg. E 'ONU change di cui va fiera e vorrebbe smettere Perchè ha raggiunto il Suo Obiettivo .. ma ormai la Malattia l'ha risucchiata Nel Suo ciclo di insoddisfazione. Inizia ad Avere PROBLEMI una scuola, colomba SI Sente invisibile e in classe colomba La migliore della classe la sminuisce annuncio OGNI SUA Azione. Si vedeva disperata. La SUA compagna di classe poi il Che pesava 40kg le Dava la paranoia. Venite a sé Tutte Quelle Che ero Secondo la SUA mente "meglio di lei" erano Più Magre. Decise quindi di EVITARE di Mangiare. Almeno poteva Avere Qualcosa in piu annuncio More, la Capacità di non Mangiare, la possibilita di Essere magra. Quella era l'unica Cosa Che non potevano levarle! Il Mangiare non la faceva Diventare violenta e Le Crisi Forti depressivi la fecero Arrivare ad atteggiamenti di autolesionismo verso il Suo Corpo. Si sentiva il nulla Totale. A casa i genitori avevano capito Qualcosa del Suo malessere ma non reagivano, non la aiutavano. Le citare in giudizio amiche bhè .. C'ERANO e non C'ERANO. Alla fine, Tutti Sono buoni a dire belle parole, ma QUANDO Giaci a terra sanguinante, chi ha il coraggio di prenderti per mano e dirti: Ora ricucirò Tutte le Tue Ferite? Chi si prenderebbe this Responsabilità o QUESTO Disturbo?
E Così passavano i Giorni, non mangiando SI sentiva Potente, venire se riuscisse Finalmente una tariffa Qualcosa di concreto per se stessa. Si reggeva APPENA. Era Uno Spirito Che vagava Senza meta.
Era venuto Castigo delle Nazioni Unite. La SUA Mente la puniva. "Tu non sei brava venire lei, tu sei bella non venire lei, non Mangiare."
Un giorno però, Anastasia riprese in mano la SUA vita. Non poteva lasciare la vita. Non poteva abbandonare i Suoi sogni. Lei SI riprese. E io Lancio ONU annuncio a Tutte Quelle Che di notte vomitano Tutte le calorie Che Hanno ingerito. Tutte Coloro Che SI Tagliano le gambe. Tutte Coloro Che Contano i biscotti La Mattina. Tutte Coloro Che non mangiano in Compagnia. Ragazze, prendete Tutti i sogni Che AVETE e metteteli Sulla bilancia del Vostro cuore. Vinceranno Loro. Ci Sono modi e modi per rimanere in forma, also mangiando.
La mia rabbia va alla Società. Colomba ci Hanno compresso Nella Mente Che se non sei magra non sei niente. Colomba CI vendono Pantaloni CHE non andrebbero neanche ad UNA Bambina Di 10 Anni. Colomba ci Sono modelle Che muoiono sui Palchi! Colomba le foto le Fanno da solo alle Magre. Colomba al mare possono Andare da solo le magre!
Io sono Civita e lotto Ancora "-. Nefilim-Tita
L’ amore non è possessione. L’amore non è violenza.
A cura di Marino Marina
Ho sempre pensato che il modo migliore per lasciare una traccia di noi fosse la scrittura.
Non so il perché.. magari per il fatto che tutto quello che diciamo lo si può facilmente modificare , il contrario è per la scrittura.
Quello che scrivi resta.
Guardo, osservo, scrivo.
Mi è capitato spesso di guardare gli occhi della gente. Gli occhi sono la parte che più preferisco delle persone, perché raccontano e non sanno mentire. Occhi sinceri, come quelli delle donne.
Donne che sono continuamente sottoposte a violenza. Violenze di ogni tipo, fisico, psicologico, da maschi spesso variamente loro legati da rapporti di vicinanza affettiva.
Mariti, Fidanzati, Padri, Figli. Sono maschi, non Uomini, perché se facessero lontanamente parte della seconda categoria, saprebbero che un uomo comunica con le parole e non con le mani.
Il ripetersi impressionante delle violenze continue sulle donne, mi spinge a cercare risposte ad una semplice domanda: perché succedono queste tragedie?
Da gennaio 2013 ad oggi, in Italia, sono state uccise 128 donne.
Volti, parole, storie, sogni stroncati da un amore nel quale hanno creduto. Colpa di coloro che le uccidono perché incapaci di accettare la loro libertà.
Bisogna dar voce a questi orribili crimini, questi omicidi divenuti FEMMINICIDI.
Bisogna parlare, dare un volto, raccontare le storie di queste donne che hanno lottato per la propria vita, per la loro libertà, che hanno creduto e hanno coltivato quell’amore acerbo che le ha poi spezzate quasi come fossero rami secchi di un albero.
Roberta, Teresa, Chiara, Ilenia, Alessandra, Martina, Giulia, Veronica, Maria, Eva , storie, parole, pensieri, sogni, amori, vite, Donne. Donne spezzate. Donne distrutte. Donne uccise. Ma pur sempre Donne.
L’ amore non è possessione.
L’amore non è violenza.
L’amore non è gelosia.
L’amore non è dipendenza.
L’amore non ha il sapore delle botte.
L’amore non è morte.
La violenza sulle donne non è un problema delle donne: è prima di tutto un problema degli “Uomini”.
Il danno è di chi la subisce. Il problema è di chi la esercita.
A cura di Marino Marina
Ho sempre pensato che il modo migliore per lasciare una traccia di noi fosse la scrittura.
Non so il perché.. magari per il fatto che tutto quello che diciamo lo si può facilmente modificare , il contrario è per la scrittura.
Quello che scrivi resta.
Guardo, osservo, scrivo.
Mi è capitato spesso di guardare gli occhi della gente. Gli occhi sono la parte che più preferisco delle persone, perché raccontano e non sanno mentire. Occhi sinceri, come quelli delle donne.
Donne che sono continuamente sottoposte a violenza. Violenze di ogni tipo, fisico, psicologico, da maschi spesso variamente loro legati da rapporti di vicinanza affettiva.
Mariti, Fidanzati, Padri, Figli. Sono maschi, non Uomini, perché se facessero lontanamente parte della seconda categoria, saprebbero che un uomo comunica con le parole e non con le mani.
Il ripetersi impressionante delle violenze continue sulle donne, mi spinge a cercare risposte ad una semplice domanda: perché succedono queste tragedie?
Da gennaio 2013 ad oggi, in Italia, sono state uccise 128 donne.
Volti, parole, storie, sogni stroncati da un amore nel quale hanno creduto. Colpa di coloro che le uccidono perché incapaci di accettare la loro libertà.
Bisogna dar voce a questi orribili crimini, questi omicidi divenuti FEMMINICIDI.
Bisogna parlare, dare un volto, raccontare le storie di queste donne che hanno lottato per la propria vita, per la loro libertà, che hanno creduto e hanno coltivato quell’amore acerbo che le ha poi spezzate quasi come fossero rami secchi di un albero.
Roberta, Teresa, Chiara, Ilenia, Alessandra, Martina, Giulia, Veronica, Maria, Eva , storie, parole, pensieri, sogni, amori, vite, Donne. Donne spezzate. Donne distrutte. Donne uccise. Ma pur sempre Donne.
L’ amore non è possessione.
L’amore non è violenza.
L’amore non è gelosia.
L’amore non è dipendenza.
L’amore non ha il sapore delle botte.
L’amore non è morte.
La violenza sulle donne non è un problema delle donne: è prima di tutto un problema degli “Uomini”.
Il danno è di chi la subisce. Il problema è di chi la esercita.
Il dramma dell’alcool… prima che sia troppo
tardi:
Un racconto di Flavia Cifariello
Sono in cucina quando sento i miei genitori discutere. “Non puoi spendere i soldi che guadagno di nuovo per l’alcool!” urla mia madre Marie con rabbia “TU non decidi niente.”, le risponde Lewis, mio padre, con un sorrisetto stampato sul volto e chiudendo la porta. “Se torna ubriaco di nuovo, lo caccio via. Lo giuro, Jack.”, mi dice lei. “Beh, sarebbe anche ora, non credi? Come fai a sperare ancora che torni sobrio?”; mi guarda con gli occhi stanchi e pieni di lacrime“Perché, oltre a te e a questo poco di speranza, io non ho altro.”
In sedici anni di vita, non ho mai visto mio padre sobrio per più di quarantotto ore e non ricordo d’aver mai visto mia madre veramente felice. Qualche ora dopo, mentre dormo, suona il campanello più volte. “È tornato, finalmente. Resta in stanza, ok?” Le faccio un segno d’assenso, ma, appena scende le scale, li osservo. “Lewis, tieni la tua roba e scompari.” Gli sta parlando con una freddezza immensa “No, che non vado via. E tu vuoi che io resti, lo so.” Le risponde ridendo.
“No. Addio.” Mia madre sta chiudendo la porta quando lui la ferma con forza e inizia a picchiarla. Per due minuti rimango immobile, impaurito, quando poi vedo che lei è immobile e priva di sensi, scendo e con un coltello lo minaccio, facendolo andare via. Chiamo un’ambulanza che arriva con estrema velocità. Dopo una settimana circa si è ripresa e abbiamo esposto denuncia. Dobbiamo presentarci tra un mese in tribunale anche se io, da minorenne, non potrò parlare. La causa viene rinviata per due volte. La prossima data è l’otto dicembre. Mentre molte famiglie preparano l’albero di Natale, io sono nella mia casa sull’albero ad aspettare che torni mia madre. Cerco di distrarmi in qualche modo ma non riesco a non pensare a come possa finire questa causa, dato che dovrebbe essere quella decisiva. Sto pensando a come possa essere bello vedere mia madre felice, al fatto che potrei finalmente passare un bel Natale quest’anno, ma le ore passano e non ho nessuna notizia. Mentre sono immerso nei miei pensieri, mamma si avvicina e mi abbraccia “È finita.” sussurra “Ed è… è andato tutto bene?” le chiedo “Sì, Jack.” Mi fermo a guardarla un secondo. Vedo nei suoi occhi una luce di grande speranza, vedo nel suo viso un’immensa felicità.
Un racconto di Flavia Cifariello
Sono in cucina quando sento i miei genitori discutere. “Non puoi spendere i soldi che guadagno di nuovo per l’alcool!” urla mia madre Marie con rabbia “TU non decidi niente.”, le risponde Lewis, mio padre, con un sorrisetto stampato sul volto e chiudendo la porta. “Se torna ubriaco di nuovo, lo caccio via. Lo giuro, Jack.”, mi dice lei. “Beh, sarebbe anche ora, non credi? Come fai a sperare ancora che torni sobrio?”; mi guarda con gli occhi stanchi e pieni di lacrime“Perché, oltre a te e a questo poco di speranza, io non ho altro.”
In sedici anni di vita, non ho mai visto mio padre sobrio per più di quarantotto ore e non ricordo d’aver mai visto mia madre veramente felice. Qualche ora dopo, mentre dormo, suona il campanello più volte. “È tornato, finalmente. Resta in stanza, ok?” Le faccio un segno d’assenso, ma, appena scende le scale, li osservo. “Lewis, tieni la tua roba e scompari.” Gli sta parlando con una freddezza immensa “No, che non vado via. E tu vuoi che io resti, lo so.” Le risponde ridendo.
“No. Addio.” Mia madre sta chiudendo la porta quando lui la ferma con forza e inizia a picchiarla. Per due minuti rimango immobile, impaurito, quando poi vedo che lei è immobile e priva di sensi, scendo e con un coltello lo minaccio, facendolo andare via. Chiamo un’ambulanza che arriva con estrema velocità. Dopo una settimana circa si è ripresa e abbiamo esposto denuncia. Dobbiamo presentarci tra un mese in tribunale anche se io, da minorenne, non potrò parlare. La causa viene rinviata per due volte. La prossima data è l’otto dicembre. Mentre molte famiglie preparano l’albero di Natale, io sono nella mia casa sull’albero ad aspettare che torni mia madre. Cerco di distrarmi in qualche modo ma non riesco a non pensare a come possa finire questa causa, dato che dovrebbe essere quella decisiva. Sto pensando a come possa essere bello vedere mia madre felice, al fatto che potrei finalmente passare un bel Natale quest’anno, ma le ore passano e non ho nessuna notizia. Mentre sono immerso nei miei pensieri, mamma si avvicina e mi abbraccia “È finita.” sussurra “Ed è… è andato tutto bene?” le chiedo “Sì, Jack.” Mi fermo a guardarla un secondo. Vedo nei suoi occhi una luce di grande speranza, vedo nel suo viso un’immensa felicità.
Emigrazione ed immigrazione ieri ed oggi.
A cura di A. Conte e M. Minchella
Emigrazione ed immigrazione ieri e oggi L’immigrazione è un fenomeno che ha talvolta caratterizzato la formazione dei popoli, spesso influenzandone la politica sociale ed economica. Il nostro Paese sembra aver cambiato vita ed abitudini, perché da paese di emigranti è diventato un paese di immigrati. Nel secolo scorso circa 30 milioni di persone hanno lasciato l’Italia per raggiungere paesi lontani dove la prospettiva di una vita migliore faceva superare sacrificio e dolore. Fin dall’antichità si sono verificate immigrazioni. Sicuramente l’Italia del sud è stata ed è ancora tutt’oggi la principale protagonista di questi eventi, anche il Nord, ha dato il suo contributo di emigrati. Questi emigrati giungono sulle nostre coste con ogni mezzo disponibile, essi affidano la propria vita a persone senza scrupolo che li caricano su vere e proprie “carrette”, nascosti ovunque, sopportano fatiche bestiali e molto spesso rischiano anche di morire durante il tragitto. I motivi che spingono gli extracomunitari a stabilirsi nel nostro paese sono: guerre che coinvolgono gli stati di provenienza, mancanza di lavoro nella loro nazione, sogno di trovare benessere nel paese di destinazione. Spesso è la criminalità organizzata internazionale che gestisce l’ ingresso dei clandestini e questo rende il problema molto più grave. Il più delle volte gli immigrati sono obbligati a tuffarsi in acqua prima ancora di raggiungere la costa. L’opinione pubblica si divide in due grandi gruppi: la maggior parte vuole che i clandestini vengano rimandati al loro paese d’origine; altri , invece, credono che sia meglio ospitarli nei centri di accoglienza. Lampedusa oggi è una delle poche località dove ci sono centri di accoglienza che offrono aiuto a queste persone anche se spesso non sono ben accette, perché manca personale qualificato addetto alla loro assistenza. Una cosa non è cambiata tra emigranti ed emigrati: entrambi si trovano in paesi stranieri, entrambi devono affrontare prove difficili, entrambi leggono sui volti delle persone indifferenza, disprezzo e pietà. Molti cantautori hanno cercato di evidenziare il problema scrivendo canzoni, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, uno tra questi è Antonello Venditti che con la canzone “Oltre il confine” ha fatto parlare queste persone che si sono dichiarate disposte a lavorare duro per essere accolti cercando di imparare una lingua diversa dalla loro per essere compresi.
A cura di A. Conte e M. Minchella
Emigrazione ed immigrazione ieri e oggi L’immigrazione è un fenomeno che ha talvolta caratterizzato la formazione dei popoli, spesso influenzandone la politica sociale ed economica. Il nostro Paese sembra aver cambiato vita ed abitudini, perché da paese di emigranti è diventato un paese di immigrati. Nel secolo scorso circa 30 milioni di persone hanno lasciato l’Italia per raggiungere paesi lontani dove la prospettiva di una vita migliore faceva superare sacrificio e dolore. Fin dall’antichità si sono verificate immigrazioni. Sicuramente l’Italia del sud è stata ed è ancora tutt’oggi la principale protagonista di questi eventi, anche il Nord, ha dato il suo contributo di emigrati. Questi emigrati giungono sulle nostre coste con ogni mezzo disponibile, essi affidano la propria vita a persone senza scrupolo che li caricano su vere e proprie “carrette”, nascosti ovunque, sopportano fatiche bestiali e molto spesso rischiano anche di morire durante il tragitto. I motivi che spingono gli extracomunitari a stabilirsi nel nostro paese sono: guerre che coinvolgono gli stati di provenienza, mancanza di lavoro nella loro nazione, sogno di trovare benessere nel paese di destinazione. Spesso è la criminalità organizzata internazionale che gestisce l’ ingresso dei clandestini e questo rende il problema molto più grave. Il più delle volte gli immigrati sono obbligati a tuffarsi in acqua prima ancora di raggiungere la costa. L’opinione pubblica si divide in due grandi gruppi: la maggior parte vuole che i clandestini vengano rimandati al loro paese d’origine; altri , invece, credono che sia meglio ospitarli nei centri di accoglienza. Lampedusa oggi è una delle poche località dove ci sono centri di accoglienza che offrono aiuto a queste persone anche se spesso non sono ben accette, perché manca personale qualificato addetto alla loro assistenza. Una cosa non è cambiata tra emigranti ed emigrati: entrambi si trovano in paesi stranieri, entrambi devono affrontare prove difficili, entrambi leggono sui volti delle persone indifferenza, disprezzo e pietà. Molti cantautori hanno cercato di evidenziare il problema scrivendo canzoni, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, uno tra questi è Antonello Venditti che con la canzone “Oltre il confine” ha fatto parlare queste persone che si sono dichiarate disposte a lavorare duro per essere accolti cercando di imparare una lingua diversa dalla loro per essere compresi.